Descrizione & motivazioni

Tengo molto al concetto di tempo: tempo speso con chi amiamo, tempo sprecato dalla quotidianità della vita che viviamo, tempo per noi stessi, per esplorare e per esplorarci.

Mi piacerebbe arrivare ad un punto della mia vita in cui, ripensando a tutto ciò che ho fatto, possa dire di aver vissuto con il minor numero di rimpianti possibile, sfruttando al massimo ogni momento.


Il mio progetto incarna questa filosofia: ho intenzione di attraversare uno dei percorsi escursionistici più impegnativi del mondo: le Highlands scozzesi.

Lo farò in solitaria e in autonomia, dalla cittadina di Fort William a Cape Wrath, il punto più a Nord-Ovest della Gran Bretagna continentale, per circa 400 km, tentando di diventare tra i più giovani italiani a percorrerlo. Il percorso è quasi privo di segnaletica e di rete telefonica, pochi centri abitati in cui fare rifornimento viveri, terreni paludosi e condizioni meteorologiche molto variabili.

Nel tempo ho fatto diversi viaggi in solitaria: da Londra a Parigi a piedi, ho attraversato l’Appennino Tosco-Emiliano da Bologna a Firenze lungo la Via degli Dei, ma nulla si avvicina a questo progetto per preparazione e difficoltà.


Quest'anno, ho perso inaspettatamente il mio cuginetto di soli tre anni a causa di una leucemia fulminante, che gli ha lasciato appena un mese per combatterla.

Questo mi ha portato a riflettere ancora di più sul concetto di tempo a nostra disposizione e a come spenderlo al meglio, per noi stessi e per le persone che ci stanno accanto.

Ho deciso di dedicare questo viaggio a lui che non ha nemmeno conosciuto il colore e il suono del mare, tanto è stata breve la sua permanenza qui.

Il mio desiderio è raccogliere fondi per il bene di tutte quelle persone che necessitano di cure contro queste malattie, camminare chilometro per chilometro per sostenere la ricerca e il servizio di cure domiciliari offerto da AIL.

Questo servizio, in particolare, permette ai pazienti di essere curati nel comfort delle proprie case, circondati dalla vicinanza e dall'amore dei propri cari. È un modo per portare non solo sollievo fisico, ma anche e soprattutto emotivo ai pazienti, alleviando il peso delle trasferte ospedaliere e rendendo il processo di guarigione più accogliente e meno alienante.

Quando sarò in quelle aree remote, mi piacerebbe sapere che mi siete accanto, con la consapevolezza che, alla fine, stiamo facendo qualcosa di importante, percorrendo questo cammino insieme, nel senso più profondo del termine.

Spero vi unirete al viaggio,

Grazie ad ognuno di voi!